Il settore agricolo in Italia è caratterizzato da rapporti di lavoro instabili, di breve durata e legati alla stagionalità. Si calcola che siano oltre 200.000 i lavoratori irregolari impiegati nel nostro Paese in questo settore. Un contesto dove spesso a essere utilizzati come manodopera sfruttata sono migranti e rifugiati: uomini e donne giunti in Italia alla ricerca di protezione e di un futuro migliore e che si trovano invece vittime di un sistema di caporalato che impone lavoro sottopagato e dequalificato.
Fin dalla sua nascita il progetto di apicoltura e agricoltura sociale Bee My Job, che forma in apicoltura e agricoltura rifugiati e richiedenti asilo, ha fatto della lotta contro lo sfruttamento in agricoltura e il caporalato uno dei suoi punti cardine.
Nel 2019, grazie al sostegno dell’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, è stato possibile stilare una Carta Etica e Codice di Condotta. Un documento che le aziende che vogliono aderire al progetto sono tenute a sottoscrivere, per manifestare la piena condivisione dei nostri obiettivi in termini di lotta allo sfruttamento e rispetto della dignità del lavoratore.
Il matching tra candidati formati dal progetto e le aziende dove andranno a svolgere il tirocinio è il momento chiave di ogni edizione di Bee My Job. Per i ragazzi che hanno seguito la formazione si aprono le porte del mondo del lavoro. Prima il tirocinio poi, dove è possibile, un rapporto di lavoro più continuativo. Ma questo può avvenire solo sulla base della condivisione di una serie di valori. Tra cui:
- Prevenire ogni forma di sfruttamento, abuso e discriminazione del tirocinante in ambito agricolo,
- Promuovere un clima di collaborazione e rispetto sul luogo di lavoro
- Offrire al tirocinante un’opportunità concreta di crescita e apprendimento, con una finalità formativa e riabilitativa, rispettando il progetto formativo in termini di tutoraggio, mansioni, assicurazione e sicurezza sul lavoro, orari di lavoro e indennizzo.
- Favorire l’inclusione del lavoratore, mettendo a disposizione le proprie competenze e reti professionali e sociali.
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